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Prologo
La fine di un sognoSistema Lalande 21185 (8,3 anni luce dal Sole)
3 Agosto 2037 Ore 18,45 GMT
Nave stellare EinsteinIl Comandante Ann Remillard entrò sul ponte di comando della Einstein, accolta dalla solita ondata di sguardi timorosi, risentiti ed invidiosi dei suoi sottoposti. Ci era abituata da tempo, ed in fondo le piaceva.
<<Tenente Myazuki, prendo il comando>> con tono gelido informava il suo primo ufficiale di qualcosa che era quanto meno scontato, ma “Le Regole si rispettano” era il suo motto …
Nata in Virginia, Ann era una ragazza di soli 26 anni ed aveva raggiunto 1 o 2 gradi in più rispetto ai suoi coetanei nella Flotta grazie ad un letale mix di abilità e raccomandazioni politiche; autoritaria ed inflessibile, qualcuno avrebbe anche potuto dire bella, sapeva sempre come risolvere i problemi che le venivano posti. Fin da i tempi dell’Accademia, i suoi superiori sapevano che il suo nome era quello giusto, quando si trattava di levare le castagne dal fuoco, e non hanno mai mancato di mostrare la loro riconoscenza all’ambiziosa scalatrice.
Ora sedeva su una delle 6 poltrone più ambite di tutta la Flotta Stellare della Federazione Terrestre.
La Einstein era un vascello di mappatura gravitazionale: un nome pomposo per indicare una serie di antenne, antennine e parabole particolarmente costose, con attaccati un motore, e lo stretto necessario alla sopravvivenza dei 95 membri dell’equipaggio.
La particolarità di quei sensori era la loro capacità di individuare quei pochi punti all’interno di un sistema solare dove l’ interazione fra i campi gravitazionali dei corpi celesti permetteva l’esecuzione di un “Salto Spaziale”.
Questi punti, detti “Punti di Salto” (Jump Point, JP) permettono il viaggio quasi istantaneo, ed in direzione biunivoca, verso un altro JP in un altro sistema, distante anni luce. Erano l’unico mezzo che l’Umanità conosceva per viaggiare in tempi ragionevoli all’infuori del Sistema Solare, da cui l’importanza strategica per l’espansione della Federazione.
La Einstein faceva parte di una spedizione di tre navi, inviata nel sistema Lalande 21185 a Giugno di quell’anno, col compito di mapparlo in vista di un possibile sfruttamento minerario.
Da una decina d’anni la Terra non faceva altro che desiderare ardentemente giacimenti minerari di ogni tipo, ovvero da quando realizzò quanto esigua fosse la quantità di quei nuovi minerali scoperti dal Dott.Raley; gli stessi minerali che hanno permesso all’uomo il salto tecnologico necessario per levarsi dal suo pianeta natale, ed iniziare il suo cammino nello spazio.
Lalande, insieme a Proxima Centauri, erano i primi 2 sistemi che l’uomo esplorava, e le aspettative a casa erano enormi.
Detto ciò era facile intuire perché il comando della spedizione fosse assegnato al Capitano Ioakim Kirillov, della Amethyst; questo era un vascello di mappatura geologica, il cui compito era analizzare la composizione di ogni singolo pianeta, luna ed asteroide presente nel sistema.
La Amethyst, sotto il comando di Kirillov, aveva compiuto la metà della mappatura del Sistema Solare, qualche anno prima; l’altra metà era opera della sua gemella, la Amber del Capitano Tang, che in quel momento era all’opera a Proxima. Il russo ed il cinese sono stati i primi due a comandare vascelli spaziali Federali, ed erano considerati delle vere leggende viventi in patria, in quanto le loro scoperte avevano dato speranza all’umanità.
Era grazie ai minerali estratti su Venere, Io (luna di Giove) e nella cintura di asteroidi, che la Terra aveva potuto placare la sua sete, ma questi non erano sufficienti. Era fondamentale trovarne di più e più facilmente estraibili.
Alla fine della sua missione, dopo una parata in suo onore ed una medaglia fatta apposta per lui, Kirillov aveva ottenuto un incarico di staff, finita la missione, ed era lì che aveva conosciuto la giovane Remillard.
Grazie alle sue indubbie capacità scientifiche ed organizzative era diventata la sua più fidata assistente, e quando il governo chiese a gran voce che fosse lui a guidare la spedizione verso Lalande 21185, egli volle la neopromossa Comandante al timone della Einstein.
Il rapporto fra i due era incredibilmente stretto, e le malignità ovviamente scorrevano a fiumi.
La terza nave che componeva la spedizione era la Columbus, l’unica equipaggiata con un “Motore di Salto”; si trattava di un particolare dispositivo in grado di fare eseguire il salto a tre vascelli di piccole dimensioni, includendo quello che lo montava. Il suo compito era solamente quello di traghettare le altre due navi, e se ne stava tranquillamente a sonnecchiare nei pressi del JP.
La Einstein stava placidamente avvicinandosi a dove, nel bel mezzo del vuoto siderale, avrebbe dovuto iniziare la sua seconda scansione gravitazionale; infatti solo l’estrapolazione di dati ottenuti attraverso 2 o più rilevazioni fatte in punti strategici poteva rivelare l’esatta posizione di un punto di salto. Doveva per forza visitare a turno 20 punti in tutto il sistema.
Il Comandante stava meditando in silenzio sulle ultime rilevazioni fatte, quando fu distratta dal mormorio sommesso dell’addetto alle comunicazioni. Non riusciva a capire quale fosse il problema, ma il giovane aveva un’aria decisamente confusa.
Seccata, Remillard decise di risolvere la questione per poi tornare ai suoi conti “Qual è il problema, Sottufficiale?”
L’addetto, chiamato in causa, non poté fare a meno di voltarsi, pur non riuscendo a reggere lo sguardo della tirannica comandante per più di pochi secondi “Signora … non capisco … sembrerebbe ci sia una comunicazione in arrivo da parte della Amethyst …”
“Impossibile, mancano ancora 3 ore all’aggiornamento serale prefissato, si sta sbagliando.” L’interruppe lei, col tono di qualcuno che allontana un seccatore.
“Si, deve essere così …”iniziò a darle ragione l’uomo, per poi fermarsi ad osservare meglio il suo pannello, dove una piccola spia rossa aveva preso a lampeggiare. Premette alcuni comandi “… ma questo … è il canale 1…” fece appena in tempo ad accennare al canale di comunicazioni riservato alle chiamate d’emergenza, quando si interruppe di nuovo, portando le mani alle grosse cuffie che indossava, come per sentire meglio.
Il Com. Remillard, per la prima volta davvero incuriosita, osservò il volto dell’sottufficiale passare gradualmente dal confuso allo sgomento.
“Che succede?” la voce di Ann risultò un po’ più acuta di quanto lei stessa avesse desiderato.
L’uomo si tolse le cuffie, porgendole al Comandante “E’ meglio che ascolti lei stessa … è solo audio …” aggiunse con voce tremante, e suggerendo un’ovvietà. Chiunque sapeva che a quella distanza era impossibile fare arrivare un segnale video.
Appena egli premette il pulsante per la replica del messaggio, Ann Remillard iniziò a sentire un messaggio dal segnale molto debole, inizialmente incomprensibile, composto solo da scariche intervallate da qualche mezza parola. La voce però era ben nota alla giovane donna; per quanto debole ed esitante, il timbro profondo da tenore, e l’accento russo del Capitano Kirillov erano inconfondibili.
Dopo pochi istanti il messaggio si fece via via più chiaro … “ … essere un attacco … RIPETO, POTREBBE ESSERE UN ATTACCO … il motore ed il serbatoio carburante sono esplosi … abbiamo avuto molte vittime … argh ” il capitano si interruppe, era chiaramente dolorante e sullo sfondo si sentivano urla strazianti ed il suono delle sirene d’emergenza “ … ho dato ordine di abbandonare la nave, la nostra posizione è … ” seguiva poi il boato nettamente distinguibile di un’esplosione che poneva termine alla comunicazione.
Il Comandante tolse le cuffie, con espressione chiaramente sotto shock, mentre tutto il ponte aveva occhi solo per lei. Quasi a salvarla dall’imbarazzo, una nuova spia prese a lampeggiare sul quadro dell’addetto alle comunicazioni.
Con tono totalmente neutro disse “Signore … sono capsule di salvataggio … ne conto 5 … ”. Ogni capsula poteva contenere dieci persone, quindi al massimo 50 dei 108 uomini e donne della Amethyst ce l’avevano fatta.
“Il segnale arriva dal secondo pianeta” Esattamente quello che la Amethyst aveva in programma di sondare per quel giorno.
Intervenne poi l’addetta ai sensori “Comandante! I sensori stanno rilevando l’onda d’urto di …” si interrupe, angosciata “ … sono multiple esplosioni nucleari, Comandante … ”
Per quanto progettati per un altro scopo, i sensori della Einstein avevano captato quelle che non potevano essere altro che le emissioni dovute ad una serie di bombe, o più probabilmente, missili.
Lo sguardo della donna si perse nel vuoto dello spazio, visibile dallo schermo principale … ora non le appariva più come il mezzo attraverso il quale portare il suo nome alla gloria … era qualcosa di molto più minaccioso …
Di nuovo la voce del addetto comunicazioni la risvegliò … questa volta però non era rivolto a lei … “Si signore, la passo subito …” si voltò “ Comandante, è il Capitano Rodriguez …”
Come uscita da un incubo, Ann disse “Passalo sugli altoparlanti”.
Dopo un istante la voce del comandante della Columbus, ora ufficiale anziano della spedizione, fu udibile a tutti. Sembrava sconvolto quanto loro
“Comandante Remillard … avete ricevuto il messaggio? “
“Sì, signore … ” dopo una pausa che parve durare un eternità il cervello di Ann, tanto apprezzato dal Capitano Kirillov, sembrò ripartire “… dobbiamo fare qualcosa, organizzare il recupero dei superstiti!”
“Comandante … mi spiace ma è fuori discussione …” replicò l’ispanico con tono mesto
“Ma signore!!” La Remillard che non scattava immediatamente sull’attenti alle parole di un superiore!!
In un altro contesto, la cosa avrebbe creato scalpore a bordo … d’altro canto lei stessa non sembrava convinta di ciò che diceva … non era il cervello a parlare.
Oltre al fatto che le capsule distavano due settimane di viaggio, non si poteva ignorare che nessuna nave della Federazione era mai stata costruita con in mente un combattimento nello spazio, tantomeno la Einstein. Qualsiasi missione di salvataggio non avrebbe fatto altro che fornire facili bersagli agli aggressori. Per quanto la Remillard fosse più una scienziata che non un militare, non poteva ignorarlo.
“Comandante!” Rodriguez si fece più duro “I suoi ordini sono di fare rotta immediatamente verso il JP per la Terra! Noi torneremo al sistema solare per informare la flotta, e poi verremo a riprendervi.” La Federazione aveva appena scoperto come viaggiare attraverso i punti di salto, ma non ancora come fare a comunicarvi attraverso.
Ed il messaggio da portare, non era dei migliori.
Le speranze dell’uomo di una pacifica e gloriosa corsa al spazio erano appena svanite nel nulla. Ed insieme ad esse, 108 fra i migliori della Terra.