Posted by: Cantastorie
« on: August 07, 2017, 05:46:58 AM »Il Jiy?t?, il partito liberale del Giappone, era in realtà nato piuttosto in sordina, per lo più frutto della crisi interna del partito liberal-democratico, fondato da dissidenti che avevano fortemente contestato l'alleanza a fini elettorali coi ####onalisti dello shintaisei komeito. Per i primi anni aveva tenuto posizioni liberiste e moderate ottenendo qualche importante vittoria a livello locale, tra tutte la vittoria alle elezioni amministrative per la città di Kobe del 2037, non riuscendo però ad affermarsi a livello ####onale, dove i grandi partiti democratico e liberal-democratico si contendevano il potere in quel sistema bipartitico ormai consolidato che caratterizzava la politica nel paese del sol levante.
Ma le cose erano cambiate drasticamente da quando Akira Koreeda aveva preso le redini del partito a seguito del ritiro per anzianità del suo predecessore Haruiko Fukui. Koreeda aveva un background insolito per un leader di partito specialmente in Giappone: economista di fama inter####onale e per molti anni professore ad Harvard, aveva dovuto lasciare il suo prestigioso incarico dopo che il giro di vite contro gli accademici stranieri fortemente voluto dall'amministrazione Trump lo aveva, di fatto, privato di qualsiasi incarico. Divenuto poi professore ordinario all'università di Hitotsubashi, aveva poi collaborato come consigliere economico per il partito democratico,
Considerato un critico della scuola neo-classica, Koreeda aveva fortemente trasformato la politica economica del proprio partito portandolo su posizioni più affini al social liberismo della scuola americana e facendo concorrenza diretta al partito democratico. La crisi TN aveva fortemente spaccato la popolazione giapponese, acuendo le forti disuguaglianze economiche che ormai rischiavano di destabilizzare la situazione politica. Agli ingenti piani di sovvenzione sociali proposti dai democratici e all'immobilismo fiscale del partito liberal-democratico, il Jiy?t? opponeva un welfare di tipo corporativo. Uno dei punti cardini della nuova politica economica sarebbe stata quella di istituire una versione moderna e collettiva degli shunto, le trattative tra sindacati e grandi imprese giapponesi, dove lo stato avrebbe preso parte come garante di entrambi le parti. Nell'idea di Koreeda, in una nuova ottica di coesione sociale, era necessario che i vari strati della società civile giungessero ad un accordo, che all'aumento dei profitti corrispondesse un simile aumento dei salari, che la tecnologia TN, che per il partito rappresentava un'importante opportunità, fosse usata per generare una crescita più inclusiva e sostenibile.
Sul tema del riscaldamento globale, i liberali si stavano arroccando invece su una posizione piuttosto cauta se comparata con quella di altri partiti nipponici. Diversi esponenti, quando intervistati, esprimevano una certa preoccupazione evitando al contempo qualsiasi speculazione e confermando la propria fiducia negli scienziati e nella capacità del mondo accademico di trovare una risposta al fenomeno.
A differenza del partito democratico, il Jiy?t? proponeva una politica estera audace e attiva nella difesa degli interessi economici giapponesi (specialmente in Cina) e come paese guida per i paesi nella propria sfera e in Asia. L'asso nella manica del partito era quello di presentarsi come partito alternativo ai due grandi giganti decadenti che per decenni si erano contesi il governo del Giappone; allo stesso tempo però il Jiy?t? si proponeva come vero baluardo alle derive populiste dello shintaisei komeito, dichiarandosi difensore delle istituzioni giapponesi, la monarchia e la democrazia.
In generale, la proposta dei liberisti per la prima volta sembrava fare concorrenza a quasi tutti i partiti in gioco durante le elezioni. E com'era chiaro a Koreeda e ai suoi consiglieri, per vincere e riuscire a formare un governo stabile (uno dei primi dopo molto tempo) sarebbe stato assolutamente indispensabile attrarre un grosso elettorato bipartisan.
Ma le cose erano cambiate drasticamente da quando Akira Koreeda aveva preso le redini del partito a seguito del ritiro per anzianità del suo predecessore Haruiko Fukui. Koreeda aveva un background insolito per un leader di partito specialmente in Giappone: economista di fama inter####onale e per molti anni professore ad Harvard, aveva dovuto lasciare il suo prestigioso incarico dopo che il giro di vite contro gli accademici stranieri fortemente voluto dall'amministrazione Trump lo aveva, di fatto, privato di qualsiasi incarico. Divenuto poi professore ordinario all'università di Hitotsubashi, aveva poi collaborato come consigliere economico per il partito democratico,
Considerato un critico della scuola neo-classica, Koreeda aveva fortemente trasformato la politica economica del proprio partito portandolo su posizioni più affini al social liberismo della scuola americana e facendo concorrenza diretta al partito democratico. La crisi TN aveva fortemente spaccato la popolazione giapponese, acuendo le forti disuguaglianze economiche che ormai rischiavano di destabilizzare la situazione politica. Agli ingenti piani di sovvenzione sociali proposti dai democratici e all'immobilismo fiscale del partito liberal-democratico, il Jiy?t? opponeva un welfare di tipo corporativo. Uno dei punti cardini della nuova politica economica sarebbe stata quella di istituire una versione moderna e collettiva degli shunto, le trattative tra sindacati e grandi imprese giapponesi, dove lo stato avrebbe preso parte come garante di entrambi le parti. Nell'idea di Koreeda, in una nuova ottica di coesione sociale, era necessario che i vari strati della società civile giungessero ad un accordo, che all'aumento dei profitti corrispondesse un simile aumento dei salari, che la tecnologia TN, che per il partito rappresentava un'importante opportunità, fosse usata per generare una crescita più inclusiva e sostenibile.
Sul tema del riscaldamento globale, i liberali si stavano arroccando invece su una posizione piuttosto cauta se comparata con quella di altri partiti nipponici. Diversi esponenti, quando intervistati, esprimevano una certa preoccupazione evitando al contempo qualsiasi speculazione e confermando la propria fiducia negli scienziati e nella capacità del mondo accademico di trovare una risposta al fenomeno.
A differenza del partito democratico, il Jiy?t? proponeva una politica estera audace e attiva nella difesa degli interessi economici giapponesi (specialmente in Cina) e come paese guida per i paesi nella propria sfera e in Asia. L'asso nella manica del partito era quello di presentarsi come partito alternativo ai due grandi giganti decadenti che per decenni si erano contesi il governo del Giappone; allo stesso tempo però il Jiy?t? si proponeva come vero baluardo alle derive populiste dello shintaisei komeito, dichiarandosi difensore delle istituzioni giapponesi, la monarchia e la democrazia.
In generale, la proposta dei liberisti per la prima volta sembrava fare concorrenza a quasi tutti i partiti in gioco durante le elezioni. E com'era chiaro a Koreeda e ai suoi consiglieri, per vincere e riuscire a formare un governo stabile (uno dei primi dopo molto tempo) sarebbe stato assolutamente indispensabile attrarre un grosso elettorato bipartisan.